Un mio autoritratto? Avrei voluto avere i capelli della venere di Botticelli, il sorriso della Gioconda, gli occhi alla Picasso, il collo alla Modigliani, i colori di Matisse, il corpo scolpito da Canova e la grazia delle muse Preraffaellite; avrei voluto essere di una bellezza fredda e smaltata alla Otto Dix per giocare una partita a scacchi con Duchamp in un bar dalla grande vetrina come quelli di Hopper. Per il futuro mi piacerebbe rimanere impressa come un’icona pop di Warhol e volare nell’altrove come gli amanti di Chagall.

lunedì 28 ottobre 2013

Alice O'Malley. Community of Elsewheres 23 Ottobre - 8 Novembre 2013 presso Galleria Ono Arte e Spazio9, Bologna

Ecco il mio nuovo articolozzo sul Wall Street International Magazine!

http://www.wsimagazine.com/it/diaries/agenda/arti/alice-o-malley-community-of-elsewheres_20131028124058.html#.Um7Di3D56So

Enjoy!
:)




“Narciso parole di burro... Conquistami, inventami, dammi un’altra identità…” (Parole di burro, Carmen Consoli).

L’altrove. Una comunità di anime che sono aldilà del tutto. Sono altrove, volano e flettono la loro luce libere. Alice O’Malley, fotografa americana che ha immortalato la scena newyorkese underground degli anni ’90-’00, è ora in mostra a Bologna per la prima personale italiana alla Ono Arte Contemporanea e allo Spazio9. La mostra si compone di 20 scatti, è patrocinata dal Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna, ed è in collaborazione oltre alle due gallerie sopra citate con ISIS Gallery e Gender Bender.

Venti ritratti fotografici in bianco e nero, dove la luce dello studio dell’artista sembra celebrare l’anima bohemien e funambolica dei personaggi. Outsider? Personalità ai margini, il confine tra i generi si confonde in un’essenza di assenza di definizione.Tutto è estremamente sensuale, dallo sguardo dei protagonisti alle loro nudità o travestimenti. Diamanti grezzi che presentano le loro sfaccettature fuori dal contesto dei club e della notte. Fragili, bellissimi, potenti come un’onda che si infrange su uno scoglio.

Nonostante l’affascinante bianco e nero le numerose sfumature arcobaleno delle personalità dei personaggi sono immediate, dirette e chiaramente percepibili. Gente trasversale, eccentrica, talvolta dandy, elementi kitsch come slip tigrati, cappellini, piume, trasparenze, scaldamuscoli, lunghi abiti con inserti luminosi, cappotti e cappelli stravaganti, tulle e jeans, bandane e giubbotti di pelle, guanti in lattice, o giornali che diventano abiti, maschere o manichini.

Vestiti della loro nudità. Un universo metafisico, un universo fotografico che arriva diretto e ammalia per l’intensa drammaturgia di sguardo, un universo queer, eccentrico, insolito. La mostra infatti è tenuta in occasione del festival Gender Bender giunto alla XI edizione che mantiene l’obiettivo di scoprire la bellezza laddove solitamente gli altri vedono un errore, nel diverso.

I personaggi dell'O’Malley sono interstizi speciali, segreti che decidono di spogliarsi davanti all’obiettivo dell’artista, foto che sono testimonianze e segrete confessioni, preziose. Storie differenti che l’occhio ascolta incantato. Uno degli scatti che preferisco, Formika, del 2001, un uomo tatuato è stretto in un bustino femminile bianco, seduto su uno sgabello, l’ambiente dà voce al soggetto. Di estrema sensualità questa estetica dicotomica, perché il genere dev’essere libero e non segregato nel dogma della presunta normalità.

Ma cos’è normale poi? Domanda retorica ma sempre lecita dinanzi a chi crede di esserlo. Interessante l’immagine scelta per la pubblicità del Gender Bender, un uovo con ciglia finta applicate, il titolo: il pelo nell’uovo. La presentazione difatti spiega: “è nato prima l’uovo o la gallina? Uomini, donne, transessuali, etero, gay, lesbiche si nasce o si diventa?” E ancora: “Gender Bender celebra quest’anno quel momento, il passaggio delicato dove il piccolo uovo va maneggiato con attenzione per evitare di far delle frittate.”

I personaggi ritratti dall’occhio di Alice ci raccontano storie singolari, brevi, intense nell’attimo del fotografico, sono teatri visivi, silenziosi ma corali. E quali i nomi delle persone ritratte? Dalla scrittrice Eileen Myles alla fotografa Justin Kurland, il proprietario del club “Kenny Kenny”, la drag Les Simpson (poi Linda Simpson) o la dottoressa Julia Yasuda, matematica ermafrodita che una volta accolse il pubblico di uno dei concerti di Antony completamente nuda, figura lo stesso Antony Hegarty, di Antony and the Johnsons, amico di Alice e colui che, più di tutti, ha contribuito al suo debutto come artista, tanto da essere proprio il performer a procurarle la sua prima personale newyorkese, alla Participant, Inc Gallery nel 2008.

Le fotografie dell’artista americana sono già state esposte al PS1/MOMA e all’ICP di New York, pertanto questa prima personale italiana è importante affinché il suo lavoro venga sempre più conosciuto e apprezzato. Il giardino segreto di Alice così si schiude presentandoci Orchidee rare,come definisce i soggetti ritratti la stessa artista.


Ono Arte Contemporanea
Via Santa Margherita, 10
Bologna 40123 Italia
Tel. +39 051 262465
vittoria@onoarte.com
www.onoarte.com

Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 21.30

Spazio9
Via Val d'Aposa, 1c
Bologna 40123 Italia
Tel. +39 051 0390684
info@spazio9.com
www.spazio9planb.com

Orari di apertura
Lunedì - Venerdì
Dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.30

Pubblicato: Lunedì, 28 Ottobre 2013
Articolo di:  Federica Fiumelli










domenica 27 ottobre 2013

ALEANDRO RONCARA’ “Non esistono più i conigli di una volta” @Spazio San Giorgio, Bologna Dal 26/10 al 9/11


Ecco il mio testo critico per l'artista Aleandro Roncarà, visibile sia sul sito di Spazio San Giorgio, sia sul Wall Street International Magazine al link:





Qualcuno come Matisse sosteneva che il colore ancor prima del disegno fosse una liberazione, Klein pensava addirittura che i colori siano i veri abitanti dello spazio.
I personaggi che vivono a Mondorondo dell’artista Aleandro Roncarà, vivono, respirano, sono immersi, sono essi stessi colore puro e à plat, diretti, iconici, semplici nel modo di divertire e rallegrare apparendo.
A Mondorondo tutto è fantasia e niente è violenza come sottolinea l’artista.
Erede del grafismo chiaro e conciso alla Keith Haring, Roncarà delinea le sue figure con contorni neri marcati e robusti, le linee nere diventano veri esoscheletri di pensieri, sostengono i personaggi, sono impalcature buffe e iridescenti, derivano da sogni e idee, da ritornelli di canzoni cantati all’alba, dopo aver fatto le ore piccole al bar sotto casa.
“Maaa il cielo è sempre più, POP!”
Ogni forma è sagoma evanescente, cartonata, fluttuante negli angoli della libera fantasia più sfrenata. Cuori vispi, fiori, stelle, ma anche spille, frecce, torte, latte, chiavi, corone, matite, drink, bottiglie, prese della corrente, perché proprio di colorata elettricità si tratta nei lavori di Roncarà.
I personaggi dagli occhi a metà, occhi che sembrano serrature aperte su praterie di possibilità, perchè l’enumerazione di oggetti e situazioni si moltiplicano, perché tutto è possibile e moltiplicabile.
Cervelli in festa, o enormi baffi, teste colorate, o scheletri colored, bocche a cuore, cappelli e grandi orecchini oro, sigarette pendenti sulle labbra o nasoni allungati e rotondeggianti. Uno nessuno e centomila.
I personaggi di Mondorondo sono abituati a visioni a tutto tondo, dallo spazio all’oceano, visioni inglobanti e totalizzanti, a 360 gradi, dove gli angoli e i confini non sembrano esistere, non sono sorpresi da un mondo iper glicemicamente colorato, il colore si fa concetto neon, il colore risplende sovrano e avvolge, inchioda e arresta lo sguardo, vorticosamente, risucchia.
Color in.
I quadri di Roncarà sono una performance visiva dello sguardo, lo fanno precipitare letteralmente nel caos del colore, tra forme e icone pop sostenute dai contorni neri ma libere di vagare con la totale assenza di gravità.
Nella totale assenza di gravità c’è però incastro e attrito tra i personaggi e gli oggetti che assumono quindi la valenza di divertenti pezzi pazzi di un puzzle a incastro, sono ben dosati, ben shakerati nella moltitudine, ognuno ha il suo spazio nel non-spazio, perché tutto è essenza, distillato super pop.

Si ricorda inoltre che nelle date del 26 ottobre e del 9 novembre dalle 15:30 alle 18:00 l’artista sarà presente per il workshop con i bambini per il progetto patrocinato dal Comune di Bologna, POP FOR KIDS.

Per info e prenotazioni: INFO@SPAZIOSANGIORGIO.IT 



Orari di apertura:
Martedì-Mercoledì-Giovedì 9.30-15.30 
Venerdì 10.00-13.00 / 17.00-19.00 
Sabato 16.00-19.00 
in altri orari su appuntamento / chiuso Domenica e Lunedì

Spazio San Giorgio – Via San Giorgio 12/A - Bologna - 3495509403
Ingresso Libero



Federica Fiumelli










mercoledì 23 ottobre 2013

"Minàlo", Stefano Perrone @BRERART

Spazio San Giorgio presenta "Minàlo"
BRERART, Milano  -  23-27 Ottobre 2013
Inaugurazione Giovedì 24 Ottobre h. 19.00 
presso Duomo Store, Piazza Duomo angolo Galleria Vittorio Emanuele II, Milano


Ecco il mio testo per i lavori dell'artista Stefano Perrone.



L'artista ci propone dei mash up digitali, veri e propri collage metafisici.
Coniugando vari elementi si può trovare il duomo di Milano stagliarsi da sfondi neutri e sabbiati, pennellato da una tinta nera... che l’autore sia l’uomo vestito retrò, perduto da una foto vintage di fine Ottocento, che al posto della testa ha un pennello?
Tutto è surreale, la realtà si tinge di toni seppia e noir per un’ atmosfera delicata di altri tempi, elegante e allo stesso tempo in un altrove futuristico per l’assurdità trasbordante.
E ancora mezzi busti fanta-edili, come sarebbe avere un collo e un volto che non sono umani bensì architetture? Lasciate indietro la classica mitologia, (i centauri, le sirene, i minotauri sono out) il nuovo mito è la modernità.
Quelli che l'artista ci presenta sono anfibi tra lo ieri e l’oggi.
E non mancano gli elementi digitali che riportano a un passato pittorico, pennellate virtuali si ergono come improbabili ombre, neri e rossi, densi, da perdersi, una stesa di colore, spartiacque tra informe e icasticità.
I paesaggi, fotografie in bianco e nero che vengono ritagliate, ritagli di scorci vengono reinterpretati in questi mash-up, da bravo image jocker Perrone mischia le sue carte, accostando realtà e virtualità, colore e paesaggio, paesaggio e umanità, naturale e artificiale.
Non ci sono generi definiti, tutto è incastro dell’altro, un divertente puzzle visivo che punta sull’impazzo, ecco una figura maschile dagli antichi outfit emergere da una pennellata folta e oscura, al posto del volto la parte frontale di un vecchio tram.
Nostalgia e follia si ritrovano alla deriva, in un senza luogo, in un probabile ma incerto, in un insieme di visioni e surrealtà, polifonicamente dissonanti.

Federica Fiumelli










sabato 12 ottobre 2013

Luca De March. Non è la solita favola. Fino al 19 Ottobre 2013 presso lo Spazio San Giorgio, Bologna.

Ecco il mio ultimo articolo pubblicato sul Wall Street International Magazine.

La personale dell'artista Luca de March e il progetto POP FOR KIDS, che da pochi giorni ha ricevuto il patrocinio del Comune di Bologna.

http://www.wsimagazine.com/it/diaries/agenda/arti/luca-de-march-non-e-la-solita-favola_20131012154805.html#.UllW6NI9OSo


Enjoy!
:)




AGENDA - Italy, Arti

Luca De March. Non è la solita favola

Fino al 19 Ottobre 2013 presso lo Spazio San Giorgio, Bologna.

Luca De March. Non è la solita favola

Fino al 19 Ottobre, nel cuore di Bologna, alla galleria Spazio San Giorgio sarà possibile ammirare un’interessante mostra che si focalizza sulla reinterpretazione della classica fiaba nel contemporaneo. La giornata del 19 Ottobre la galleria inaugura inoltre il progetto Pop for Kids, un progetto fresco e frizzante per i bambini dai 5 ai 12 anni.

La pittura di Luca De March si presenta da subito diretta, spontanea, super colorata, in vero stile pop, bidimensionale e ad alto tasso ironico. Lasciate gli stereotipi di ingenua bontà nel taschino. De March unisce colori esplosivi e una fresca reinterpretazione delle fiabe Disney da vero bad boy. Ed ecco stagliarsi, da sfondi à plat azzurri, verdi, o rossi, Biancaneve alle prese con una strega ancora più insolita, con armi, spade, o sigarette. I colori diventano letteralmente stupefacenti grazie anche ai titoli correlati alle opere che si servono di una semantica pungente e sottile.

E poi la sfilata delle favole si allunga, i cattivi rubano la scena e diventano i protagonisti indiscussi. Ecco allora spediti ad Alcatraz o in qualche altra prigione Pollon, o i nani, Biancaneve sotto LSD parlare con gli uccellini. Streghe avvezze al vizio, principesse disoccupate e fallite, principi azzurri ai quali van bene tutte purché respirino, il vero amore è finito in archivio come tutti i buoni propositi. Bukowski si farebbe un tiro di sigaretta e approverebbe.

L’artista ci propone attraverso lo specchio della favola una visione della società contemporanea, attraversando temi e tempi duri per i sognatori; la crisi, la disoccupazione, i vizi dilaganti, l’amore naufragato. Le bad novels griffate De March saziano la libido repressa in ognuno di noi, fornendoci immagini divertenti, frizzanti, provocatrici di bad smiles, perché probabilmente se l’uomo non è malvagio per natura lo sono sicuramente le azioni che mirano a soddisfare gli istinti... quindi tanto per citare Hobbes: bellum omnium contra omnes. Che l’uomo sia destinato all’infelicità? Che Leopardi abbia ragione? Ai posteri l’ardua sentenza, intanto noi ci accontentiamo di Pollon ad Alcatraz.

Merita particolare attenzione il progetto prima citato, Pop for Kids, che ha l'obiettivo di diffondere il valore dell'arte come educazione alla cultura e alla libertà di pensiero partendo dalla più giovane età. 

Coltivare l'immaginazione è la strada per imparare a crescere con apertura mentale e creatività. Essere creativi oggi è condizione necessaria per riuscire a guardare oltre l'ordinario, per gettare le basi di un futuro basato su ricerca e innovazione, e distinguersi per originalità in qualunque campo. Questo lo scopo di Pop for Kids, stimolare la creatività dei bambini attraverso incontri con il mondo dei creativi in maniera semplice, giocosa e trasparente.
Picasso diceva che per dipingere come un bambino aveva impiegato una vita intera. Una buona parte dell’arte del Novecento ci ha insegnato che l’istinto primordiale, la semplicità, il mondo astratto, la visione del mondo ridotta all’essenziale, come hanno i bambini, ha avuto uno straordinario
successo. 
Da Picasso a Klee, alle astrazioni di Kandinsky, all’art brut, al graffitismo di Haring e Basquiat, al pop di Warhol. È quindi fondamentale che l’arte si ispiri dall’infanzia, e che l’infanzia venga ispirata dall’arte. È importante dare spazio al fanciullino pascoliano che si cela dietro ognuno di noi.
Ma come vedono l’arte i bambini? Come viene proposta e presentata? Pop for Kids è un progetto giovane, curioso, sperimentale, che mira ad avvicinare, ad abbracciare l’arte ai bambini, e soprattutto a imparare divertendosi sempre con il sorriso, in vero stile pop. 
La galleria si veste di nuove forme offrendo vari workshop con la presenza importante dell’artista che attraverso le proprie opere condividerà con i bambini, colori, tele e tanta passione per la creazione e le idee che la muovono. I bambini potranno quindi riprodurre una propria personale visione dell’opera dell’artista, un'opera sull’opera, un elaborato creato con i diversi materiali che potranno portare con sé come attestato di una piacevole esperienza nel mondo dell’arte.

Non il solito corso di disegno, non il solito corso didattico, Pop for Kids si distingue per la doppia anima del progetto, la galleria, oltre a workshop per i bambini con l’artista, proporrà la personale di quest’ultimo mantenendo così il ruolo standard di galleria, e al contempo di laboratorio educativo, per avvicinare non solo i bambini ma anche le famiglie stesse al mondo dell’arte, in particolare allo stile neopop. La galleria d’arte non deve essere vista come luogo di nicchia ma al contrario un luogo di incontro aperto a tutte le fasce d’età, un luogo familiare, uno spazio dinamico ed elastico, dove l’arte non è una musa inavvicinabile, ma qualcosa di piacevole e vicino, qualcosa di utile e indispensabile, di quotidiano.
È necessario alimentare il domani con più cultura e arte, e quale modo migliore di sfruttare workshop, appuntamenti e diretti confronti con l’artista creatore? Si offre quindi la particolare e singolare possibilità di schiudere i segreti delle opere con la presenza dell’artista in persona, un’interazione di generazioni a confronto stimolante e interessante. Un pop creative corner che dà voce agli sguardi curiosi e attenti dei bambini che sono il nostro futuro e che proprio per questo è importante educare divertendo, stimolando e curando la creatività, come un giardino segreto di meraviglia e stupore. Scriveva un grande pensatore:
Insegnate soltanto la magia della vita

Raccontategli il sogno di un’antica speranza

Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.
Giro giro tondo cambia il mondo.

(Giorgio Gaber)


Spazio San Giorgio
Via San Giorgio 12/A
Bologna
www.spaziosangiorgio.it

Orari di apertura:
Martedì-Mercoledì-Giovedì 9.30-15.30
Venerdì 10.00-13.00 / 17.00-19.00
Sabato 16.00-19.00 

Altri orari su appuntamento / chiuso Domenica e Lunedì
Ingresso libero









mercoledì 9 ottobre 2013

The art crititic as an artist. In memory of FRANCESCA ALINOVI

Un progetto che mi sta molto a cuore per ridare memoria e vita ad una delle più grandi figure intellettuali per la critica d'arte e l'arte stessa.

Un nome FRANCESCA ALINOVI.

Una donna che amava l'arte sopra ogni cosa.



OFF-IDENTIKIT è un documentario in progress curato da Veronica Santi.

Sostenere questo progetto è un regalo che noi facciamo agli altri e a noi stessi permettendoci così di continuare a ricordare una persona che attraverso il coraggio e la passione ci ha lasciato importanti riflessioni e idee.

in ART WE TRUST.

Ecco i link necessari per vedere il video e scoprire gli altri dettagli.

http://www.kickstarter.com/projects/2104075471/off-identikit-a-documentary-about-francesca-alinov?ref=live

http://vimeo.com/75488490